un anno dopo
Autore Tony Laudadio
Regia Andrea Renzi
Con Ettore Nigro, Arturo Scognamiglio
Scene Armando Alovisi
Assistente scenografo Federica Carano
Direzione tecnica Lello Becchimanzi
Datore luci Luca Sabatino
Foto Claudia Scuro
Assistente regia Anna Bocchino
NOTE DI REGIA
Due lavoratori, Giacomo e Goffredo, sono addetti a digitalizzare registri numerici, condividono lo stesso asettico ufficio. La loro relazione si sviluppa nell’arco di trenta brevi scene, durante le quali, entriamo nelle pieghe del loro rapporto lavorativo, tra colleghi, ricco di sorprese, reticenze, segreti, e improvvise rivelazioni. Via via scopriamo che tra una scena e l’altra passa sempre un anno di tempo. Assisteremo così, in un’inesorabile scansione, a trent’anni della loro vita: dalla giovinezza alla maturità. 250.000 ore si condensano in un’ora e mezza di rappresentazione. Gli impiegati del boom economico o il mondo celeberrimo di Fantozzi sono lontani anni luce, il loro ufficio scarno e funzionale è dominato dal computer: l’apparecchio elettronico che segna pesantemente e in profondità molteplici aspetti della società del terzo millennio. La loro attività è anonima, isolata, totalmente priva di soddisfazioni e riconoscimenti e apparentemente irrilevante. La provincia in cui si muovono è una periferia economica più che geografica. La sfida teatrale insita in questa contrazione temporale vive di un respiro drammaturgico fatto di esattezza, icasticità e grande originalità. Da un lato la scrittura si concentra in dialoghi che focalizzano i passaggi decisivi di due esistenze di provincia dall’altro si apre, nella transizione da una scena all’altra, da un anno all’altro, ad una visione dall’alto del tempo che trascorre e ci sfugge, che ci contiene e ci determina. La compresenza di dialoghi iperrealistici e transizioni irrappresentabili è ciò che stimola la nostra indagine e che ci spinge sia ad una esplorazione minuziosa dei due personaggi, dal carattere antitetico e paradigmatico dei rischi della società liquida, sia ad un attraversamento del deserto metaforico che l’alienante prevalere dell’economico porta con sé. Eppure in questo specchio del disagio contemporaneo, le vite di Giacomo e Goffredo pulsano, i loro cuori battono, i loro occhi ci guardano e ci emozionano.