da vicino
nessuno è normale
Di Anna Marchitelli
A cura di Ettore Nigro
Con Viola Forestiero, Anna Bocchino, Gabriele Saurio, Ettore Nigro
All’interno del festival Racconti per ricominciare
Ideato e organizzato da Vesuvioteatro.org
Con il coordinamento artistico di Giulio Baffi e Claudio Di Palma
Progetto Le stanze della memoria
«Quando non esisto più, allora sono un uomo?»
Edipo a Colono, v. 393
Nel tentativo di avvicinarci al concetto di follia/non follia, si esaminano le cartelle cliniche custodite nell’archivio dell’ex ospedale psichiatrico di Napoli “Leonardo Bianchi”. Da qui nasce la riscrittura dei documenti storici e la creazione di monologhi che narrano, dunque, il dolore e la storia di persone realmente esistite, celebri e non.
La trasposizione teatrale vede gli ex abitanti della cittadella dei pazzi come anime bloccate tra la non-morte e una morte definitiva e/o rinascita: a bloccarli in una sorta di limbo è la verità che non sono riusciti ad esprimere in vita, quella verità filtrata dalla mano dei medici che li inchiodava nella cartelle cliniche come dei “pazzi, pericolosi a sé e agli altri”, verità spesso manipolata per altri scopi. Una sorta di anime pezzentelle a cui oggi ci avviciniamo con rinnovata cura e dedizione, e con rispetto verso quel dolore che in vita sono stati costretti a subire, anche ingiustamente.
Un percorso nella memoria che, pur toccando punte poetiche e di sublimazione, affronta la Storia nella sua atrocità.
I personaggi scelti per Da vicino nessuno è normale (concetto diffuso quando Basaglia avviava a Trieste la rivoluzione psichiatrica) sono Gennaro Abbatemaggio, primo pentito di camorra celebre per il processo Cuocolo che tentò (invano) di fare scacco matto alla camorra, e che usò il manicomio a proprio piacimento; Luigi Martinotti, l’intellettuale folle che anticipò gli studi e le teorie sulla «particella di Dio», il cui manoscritto approdò sulla scrivania di Benedetto Croce che ne rimase incantato e ne scrisse lasciandone traccia per l’eternità; Clotilde Peani, la sovversiva pericolosa che sfida la guerra e il fascismo ; Teresa Alfieri, la spiritista, giovane donna che letteralmente “vede e parla con gli spiriti”, in origine una bella donna che non si è sposata e non ha avuto figli e che per un destino crudele viene rinchiusa dalla famiglia in manicomio dove morirà pochi anni prima della legge Basaglia, che sancirà la chiusura definitiva dei manicomi.