la voce a te
dovuta

Da un’idea di Anna Bocchino e Ettore Nigro

Drammaturgia Sharon Amato

Con Anna e Clara Bocchino

Scene Giancarlo Minniti

Musiche 291/outFloriano Bocchino

Assistente alla regia Giovanni Sbarra

Foto Sara Lamassa

Regia Ettore Nigro

SINOSSI

La voce a te dovuta è: essere gemelle, la voce assunta a strumento poetico, vitale, politico ed emotivo; la decisione di realizzare un podcast necessario; tra gli accadimenti della vita di Anna e Clara/Nina e Cloe, in un fitto alternarsi dei piani narrativo/temporali del racconto, è la necessità di affrontare un dolore e il dare voce all’inespresso.

Tutto questo rende La voce a te dovuta un viaggio che attraversa i silenzi del mondo, quei silenzi che possono anche rivelarsi mortali.

NOTE DI REGIA

Immaginare di poter sviscerare la “questione femminile” nella porzione di tempo di uno spettacolo è sicuramente impresa folle e impossibile, tuttavia questa impossibilità  non deve essere una scusa per rimandare un appuntamento così importante. 

Questa è stata la mia premessa quando decisi di incamminarmi lungo questo il percorso tortuoso. Immediatamente mi è apparso il titolo di una celebre raccolta poetica di Pedro Salinas – “la voce a te dovuta”, lo spettacolo non intende essere né un j’accuse diretto, nè una relazione sociologica, ma è un atto d’amore, amore come reale e unico antidoto ad ogni forma di discriminazione. Le due sorelle ( gemelle ) interrogandosi, interrogano il pubblico sia in sala, che quello immaginato nel loro podcast, aprono uno spazio interiore dal quale fare uscire un amorevole coraggio di esporsi, non di imporsi, l’intervento della parola poetica funge da motore maieutico per intenerire la spessa “scorza” frapposta tra la volontà di “essere accettate” e la società odierna che le vorrebbe ancora in una certa misura, non dico prigioniere, ma sicuramente sopite. Ci troviamo quindi di fronte ad un gigante, contro il quale sembra che si sia ancora fatto poco; forse perché intimoriti dalla sua vastitá? Ma questo gigante è composto da milioni di silenzi, di storie piccole e personali, di tragedie accettate perché non percepite come tragedie. Le due sorelle  attraverso il dar voce e accogliendo le storie singole dissolvono il gigante facendocelo vedere per quello che è: un mostro composto da milioni di piccole storie, ecco allora che il gigante si smembra  e tutto diventa alla nostra portata. Come uomo, ed anche per questo ho deciso di intraprendere questo processo, voglio incidere una strada, per comprendere se anche in me possano esserci echi di una discriminazione indotta da anni e anni di ” educazione ” che hanno favorito lo status in cui siamo immersi.